In una giornata di febbraio in cui l’inverno sembra voler lasciare il suo posto ad una primavera ancora addormentata, una passeggiata tra le campagne è proprio quello che ci vuole.
Ore 8.30: dopo una ricca colazione presso l’Hotel Rurale Li Fani, armata di macchina fotografica e scarpe da ginnastica, percorro il lungo viale alberato con una fantastica vista sul mare per iniziare la mia passeggiata. Superato il cancello, mi dirigo verso un sentiero dove dei piccoli paletti di legno me lo indicano come “sentiero dei Fani”.
A destra secolari alberi d’ulivo e muretti a secco, a sinistra il mare.
Pochi metri e lo scenario cambia, una grande vallata ricca di vegetazione lascia intravedere un vecchio corso d’acqua: è il Canale del Fano, ancora oggi alimentato da affioramenti e piccole sorgenti d’acqua sotterranee. Sparsi qua e la strisce di canneto e rari esemplari di agnocasto che in primavera regalano dei frutti molto simili al pepe.
Dopo circa dieci minuti di cammino su una strada in salita, si giunge sulla collinetta dei “Profichi”, dove alberi di pino, noci monumentali e arbusti di macchia mediterranea rilasciano inebrianti profumi.
Il panorama costiero cattura la mia attenzione, il mare e le spiagge sembrano essere a due passi, lo sguardo si posa sul porto di Torre Vado fino ad arrivare alla punta estrema di costa, Santa Maria di Leuca.
Voltando lo sguardo a destra trovo le Pajare, antiche costruzioni simili ai famosi trulli di forma circolare o quadrangolare costruite con pietre ricavate dal terreno circostante senza l’utilizzo di malta o sostegni.
Molte di queste oggi sono state ristrutturate in villette abitate sopratutto durante il periodo estivo.
I resti di una necropoli messapica, oggi recintata, fu scoperta durante i lavori di bonifica della macchia mediterranea alla fine dell’ 800 e testimonia l’esistenza in età messapica di una cittadella denominata CASSANDRA.
Qui sono stati rinvenuti frammenti di vasi e anfore, iscrizioni messapiche con caratteri greci dal significato ancora oscuro, frammenti di ossa e una immagine di Dionisio.
Continuo la mia passeggiata verso oriente, il terreno diventa sempre più insidioso a causa degli alti arbusti di macchia mediterranea, finalmente si scorgono le famose cripte risalenti al 727 d.c. E’il villaggio della CHIUSA. Si racconta che monaci bizantini si stabilirono nel territorio dei Fani dove diedero vita ad una comunità religiosa organizzata secondo le regole di San Basilio da Cesarea.
Entrando nella cripta sulla parete a destra dell’ingresso si notano subito degli affreschi uno dei quali raffigurante San Pantaleone. Oltre alle cripte, troviamo anche delle grotte e inghiottitoi, il più importante dei quali conosciuto come “Grotta delle Fate”sulla quale sono state tramandate diverse leggende.
E’ pomeriggio inoltrato, le nuvole si perdono all’orizzonte e con gli ultimi raggi di sole ripercorro la strada del ritorno.